Monteraponi - Chianti Classico: visita all'azienda in compagnia del produttore Michele Braganti

Durante i miei 3 giorni trascorsi nella zona del Chianti Classico, dopo aver visitato due affermate aziende vitivinicole nei comuni di Castellina in Chianti e Castelnuovo Berardenga, rispettivamente, nella mattina di domenica scorsa ho fatto la piacevole visita ad un ulteriore azienda, recandomi presso il comune di Radda in Chianti, da un produttore che potremmo definire emergente, Michele Braganti, a visitare la sua azienda: Monteraponi.
E’ stata un’interessantissima esperienza, anche grazie all’agio in cui ci ha fatto sentire Michele durante la visita.Monteraponi è un antico borgo Medievale circondato da vigneti e uliveti e situato sul poggio omonimo che si trova nella più boscosa e "selvaggia" parte del Chianti Classico, a soli 4Km da Radda, nella valle che degrada verso il fiume Arbia, e si estende su di una superficie di 112 ha.

Appartenuto al Conte Ugo Marchese Governatore di Toscana sulla fine del decimo secolo, la sua struttura centrale e' caratterizzata da una torre a base quadrata rimasta pressoché intatta sul cui cassero sono ancora ben conservati gli archivolti tipici del XII sec.

Allo stesso periodo storico risalgono le cantine, con un ampio soffitto ad un'unica volta, disposte sotto la torre dove oggi sono fatte affinare le bottiglie di vino prodotte dall'azienda.

Il borgo medievale di Monteraponi è dotato anche di una serie d’alloggi recuperati grazie all’attento lavoro della famiglia Breganti, tutti dotati di diversi servizi e situati in un ambiente pieno di fascino.La produzione dell'azienda di Michele Braganti, in collaborazione con l’enologo Maurizio Castelli, si attesta attualmente intorno alle 30.000 bottiglie/anno, ed è incentrata quasi esclusivamente sul Chianti Classico (in minima parte un Vin Santo e l'olio DOP completano la gamma).
I vitigni utilizzati per la produzione sono 9,5ha a base di Sangiovese, Canaiolo e, per una piccola %, a Colorino, nel caso della Riserva, coltivati tutti intorno al borgo a c.ca 450-470 slm (questa foto è stata scattata dopo che Michele ci aveva condotti in Jeep sul vigneto più elevato. Al centro si nota il borgo).
Dopo la vendemmia, la fermentazione delle uve avviene nelle vasche di cemento e Michele lascia che il tempo faccia il suo corso, senza influenzarla, senza il controllo della temperatura e senza aggiunta di lieviti sul mosto.
Anche la fermentazione malolattica avviene, sempre nelle vasche di cemento, spontaneamente e a questa segue la maturazione in legno nelle barrique e/o nelle botti di Slavonia, dove i tempi variano a seconda del Classico o della Riserva, per finire con il riassemblaggio e gli ultimi 3 mesi con l'affinamento in bottiglia. Non avviene né il filtraggio né la chiarifica.
Dopo aver approfondito con Michele il suo metodo di produzione, siamo passati ad assaggiare i vini attualmente in maturazione nella sua cantina.
Una cosa che ho apprezzato molto di questi suoi vini assaggiati è stata la loro tipicità. Nel mio piccolo, apprezzo molto i “Classici” e cioè i Chianti che rispecchiano il territorio e le loro caratteristiche originarie senza che nel tempo abbiano perso il loro stile per eccessive questioni di domanda di mercato o altro.

Specialmente il base ha mostrato lo stile tradizionale di un Chianti, passando a note più fruttate e ricche per il Riserva, mantenendo però sempre e in ogni caso quel profumo e quegli aromi tipici di un Sangiovese senza l’influenza di vitigni internazionali come Cabernet od altri, o che il legno di una barrique di primo passaggio sia andato ad ammorbidirlo eccessivamente.

Vini assaggiati direttamente dalla Botte e/o dalla barrique.

Chianti Classico DOCG 2007
E’ di un bel rubino e, come ci si può aspettare da un Classico, l’intensità del colore è media. Al naso, per me che sono in fase di apprendimento sulle tipicità dei vitigni è un “docente”. Un vero sangiovese, con note floreali di viola mammola e profumi di frutta rossa quali la ciliegia e la piccola frutta di bosco, molto territoriale.
Il vino sta completando il suo affinamento: 60% in barrique di secondo passaggio e 40% in botti da 25 ettolitri.
Al gusto ha una buona struttura, una buona acidità ma ancora una leggera nota amarognola da far equilibrare nei prossimi mesi in botte.

Chianti Classico DOCG Riserva Il Campitello 2006
Nonostante la scarsa luce dalle piccole finestre della cantina è stato subito evidente la limpidezza de bel rubino. Prevalgono i piccoli frutti di bosco come il ribes ed è netta anche una ciliegia molto fine. Ossigenato, emergono note balsamiche e spezziate, in particolare pepe bianco. Al gusto pieno e corposo, con tannini già abbastanza equilibrati ed un alcol non più prevalente. Persistenza molto lunga.

Lasciata la cantina e i vini ancora in fase di affinamento torniamo nella zona delle vasche di cemento per degustare due vini già in bottiglia:
Chianti Classico DOCG 2006
Un rubino di media intensità. Al naso un profumo di piccola frutta di bosco, di ciliegia, con note floreali di viola mammola, molto fresco. Al gusto la corrispondenza gusto-olfattiva è notevole, sapido, con una buona persistenza. Ciò che prevale è la sua freschezza. Un vino che si beve con estrema piacevolezza.

Chianti Classico DOCG Riserva Il Campitello 2004
Luminoso. Di un rubino più intenso del base. Anche al naso i profumi sono maggiormente intensi. Una netta e piacevole speziatura ha accompagnato un fruttato di ciliegie, di frutta di bosco e confettura, con una nota minerale di sfondo. In bocca ampio e caldo, ha riempito subito il palato con tannini morbidi ed una bell’acidità a stimolare la salivazione.

La visita come accannavo all'inizio è stata piacevolissima oltre che intreressante, unica nota dolente al termine dell'incontro: sapere da Michele che su Roma, un florido mercato, non ha la distribuzione.

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