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Visualizzazione dei post da aprile, 2009

Vigna Regina 1999 - Ar.Pe.Pe.

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Disciplinare : Valtellina Superiore D.O.C.G. Sassella Vitigno: Nebbiolo (Chiavennasca) 100 %. Titolo alcol.: 14% Costo: 29€ Voto: I vini dell'azienda Ar.Pe.Pe. hanno una personalità marcata. Sono caratterizzati dalla notevole mineralità dei terreni scoscesi su cui allevano nei terrazzamenti i vigneti di chiavennasca, dalla cura delle piante e dall’ottimo lavoro svolto in cantina che mira a far eccellere la materia prima sfruttando per tanto tempo l’affinamento in grandi botti di rovere. Seguono poi il percorso evolutivo dei loro vini nel corso degli anni in cantina, e solo quando vengono ritenuti idonei vengono messi in commercio. Ecco perché solo a fine 2008, esce sul mercato, la bottiglia Vigna Regina 1999 . Prodotto nel cru Vigna Regina , le vigne sono quelle di età più vecchia e si trovano fra 400 e 600 slm in direzione sud/est sul versante esposto a mezzogiorno delle Alpi Retiche. La sua vinificazione è tradizionale, e il vino passa almeno 4 anni in grandi botti a cui segue,

Vallerosa-Bonci e i suoi eccellenti Verdicchi dei Castelli di Jesi

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Mercoledì scorso tornavo dalle Marche a Roma, di fretta per problemini presunti alla macchina, ma non volevo certo saltare l’appu ntamento preso con l’azienda Vallerosa – Bonci . Avevo lasciato di prima mattina il Monte Conero e, dopo alcune pause fotografiche nel tragitto, sono arrivato a Cupramontana, presso la loro sede. Ero nel cuore delle Marche, su una delle colline che fiancheggia la valle dell'Esino dove la famiglia Bonci dai primi anni del '900 avviò l’attività di produzione del vino. Mi riceve Valentina e, nonostante il mio anticipo rispetto all’orario concordato, cominciamo subito la visita all’azienda con una bella chiacchierata sull’ Azienda Agricola Vallerosa-Bonci . Possiede oggi 26ha di vigneti per produrre il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico ed il Rosso Piceno . I vigneti si trovano in terreni particolarmente vocati di Cupramontana , ad un'altezza media di 450m slm. Sono equiparabili a dei v eri e propri cru , motivo per il quale l’azien

Garofoli e il suo vino da Podium!

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Martedì e mercoledì scorso, dopo le feste Pasquali, ho fatto tappa nelle Marche per visitare un paio d’aziende Vitivinicole. La prima è stata l’ Antica Casa Vinicola Garofoli o più semplicemente GAROFOLI , come ormai, vista la fama, tutti la conoscono nel mondo vino e non. L’azienda è una struttura gialla ai piedi di Castelfidardo . Arrivato in anticipo rispetto all’appuntamento del pomeriggio con la sig.ra Caterina Garofoli per le 15: 00 ho cominciato ad ammirare nella sala d’attesa tutti i premi ricevuti negli anni e i cimeli storici che ricordavano l’ormai superato centenario di produzione dell’azienda. Al suo arrivo Caterina mi accoglie molto amichevolmente, è coetanea, anzi più giovane ... e fortunatamente possiamo cancellare i formalismi. Mi racconta che la sua è la quarta generazione di questa famiglia che ha iniziato a fare vino nel 1871 - mi mostra il vecchio torchio che riporta la data - anche se legalmente l'azienda fu fondata nel 1901 . La loro produzione annua è a

Nerobufaleffj 2003 - Gulfi

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Disciplinare : I.G.T. rosso Vitigno: Nero d'Avola Titolo alcol.: 14% Costo: 35€ Voto: L’azienda vitivinicola Gulfi , di circa 100 ettari, si trova in Val Canzeria, in provincia di Ragusa, sotto l’abitato di Chiaramonte Gulfi, ed è dal 1996 che vinifica le sue uve precedentemente cedute a terzi. L’azienda coltiva principalmente l’antico vitigno siciliano del Nero d'Avola, ad alberello sulle colline dei Monti Iblei, insieme ad altre varietà autoctone (frappato, albanello, moscatello) e ad alcune varietà a bacca bianca tra cui prevale il Carricante, senza tralasciare ovviamente gli oliveti secolari. Le sue vigne sono dislocati in parte in Val Canzeria , e in parte nelle migliori contrade di Pachino (Bufaleffi, Maccari, Archi, Baroni e San Lorenzo) a circa 500 metri sul livello del mare in un territorio capace di esprimere grandi vini rossi, dove il nero d'Avola si esprime con classe, corposo, elegante e di notevole complessità. Tornando alla degustazione di ieri del NEROBUFAL