DOCG Frascati: alcuni chiarimenti con Mauro De Angelis

Posto a seguire uno scambio di pareri / chiarimento con Mauro De Angelis dell'Az. Agr. Principe Pallavicini per il post inviato venerdì, sulle 3 nuove DOCG e DOC, dove fra i dubbi generali, citavo a titolo di esempio il Frascati DOCG.


Il giorno 23 aprile 2011 10:49, Mauro De Angelis <m.deangelis@vinipallavicini.com> ha scritto:

Caro amico e appassionato, grazie per la tua attenzione, va bene che purchè se ne parli...ma consentimi di spiegarti: dieci anni fà il Frascati doc si certificò, vedi erga omnes, sulle ns bottiglie c'è una fascetta di stato, digitandone il numero ricevi un sms con dati bottiglia medesima, chiedi al Consorzio Tutela numero telefonico, è accettabile che il nostro vino ti piaccia o meno, ma da persona attenta al mondo enologico queste informazioni devi averle per poter poi discutere con cognizione, se hai notizia di Frascati "FALSI" denunciali subito alle autorità, noi abbiamo bisogno di attenzione, serietà e rigore, per valorizzare il nostro lavoro. Tutto il resto sono illazioni e piccinerie. Spero darai spazio sul tuo blog a questa mia, non possiamo accettare di essere figli di un Dio minore, nè di essere vissuti all'infinito come forse da anni non siamo più.
Con cordialità. Mauro De Angelis


Andrea Federici

mostra dettagli 12:22 (1 minuto fa)
Ciao Mauro,
sono un sommelier di Roma che spera davvero che il vino della sua regione possa diventare una DOCG nota ed apprezzata nel mondo... mondo del vino o geografico che sia.
Di alcuni validi produttori io il Frascati lo apprezzo e non poco.

Comprendo però che forse il mio rapido post sul blog possa esser frainteso, considerandolo scritto solo per gli Frascati Falsi.
Io non ne ho conoscenza e auspico non ve ne siano.
Ma noi Italiani, ahimè, non sempre facciamo le cose nel rispetto della legge, giuridica o penale.
Vedi anche lo scandalo Brunello o i vini Pugliesi che viaggia(va)no sino in Nord Italia.

Nel post intendevo esprimere che il mio dubbio principale, nel portare il Frascati da DOC a DOCG, è per la diversa tecnica in vigna e in cantina dei tantiSSIMI produttori della zona.
Che, a mio modesto parere, seguono strade molto diverse, senza fare gioco di squadra.

Grazie anche forse a un disciplinare un po' permissivo:

"Malvasia bianca di Candia 50%, Trebbiano Toscano 10-20%, Malvasia del Lazio (puntinata) 20-40%. Possono concorrere anche i vitigni Greco, Trebbiano Giallo, Bellone e Bombino bianco, max.30%; altre varieta’ di vitigni a bacca bianca racc.e/o autorizzati max.15%. Sono esclusi altri vitigni aromatici"

Forse per la DOCG è variato - ammetto di non esserne a conoscenza - ma ritengo lasci un eccessiva scelta delle uve arrivando, ripeto, a risultati ben diversi da produttore a produttore, e rendendo quindi più arduo l'affermarsi sul mercato e farsi conoscere.


Ritengo che in linea generale, se TUTTE le zone di produzione del vino in Italia otterranno la doCG, il disciplinare perderà la valenza che dovremmo attribuirgli.
E parlo in generale, per tutto il territorio.
Perderanno così mercato i produttori validi e andranno avanti le grandi "aziende" e quelle "storiche", chiudendo la possibilità di poter andar avanti per le piccole e valide, rispettose del territorio, delle vigne e delle tecniche in cantina.
(scorrendo il blog vedrai che quelle da me visitate sono per lo più le seconde citate).

Chiudo ripetendo con quanto aperto: che è anche una mia speranza che il Frascati diventi famoso e apprezzato, divenendo però un vino riconoscibile degustandolo alla cieca!

Ciao e buona Pasqua,

Andrea Federici



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