Borgogno: la verticale

La settimana scorsa ero all’AIS Roma per la degustazione sulle 6 vecchie annate di Barolo Borgogno: 1961 – 1967 – 1978 – 1982 – 1988 – 1996
Un marchio storico, fondato nel 1761 da Bartolomeo Borgogno, dal 2008 nelle mani del grande imprenditore Oscar Farinetti, patron di Eataly. Assieme a lui in sala anche il figlio Andrea Farinetti, enologo, che segue l’azienda “di famiglia” Borgogno.

Ad affiancarli nella degustazione Armando Castagno e Paolo Lauciani.
Prima di iniziare la degustazione Oscar Farinetti ci conferma che EatalyRoma aprirà fra il 10 e il 14 Giugno e che sarà l’Eataly più grande al mondo: 18.000mq!
Dotata di 20 ristoranti, 400 aree didattiche, 8 aule per i corsi; una delle quali dedicata al vino affidata all’AIS.
Anche SlowFood avrà la sua nuova sede all’interno.

Inizia poi Andrea Farinetti, giovanissimo, a raccontarci l’azienda che segue da alcuni anni.

I vigneti sono tutti nel comune di Barolo nei cru "Liste", "Cannubi", "San Pietro delle viole" e "Fossati".
Ricoprono 16 dei circa 20 ettari di proprietà dell’azienda agricola, 12 dei quali sono a nebbiolo.
Mediamente tutti a circa 300m slm.
Le vigne non sono di giovane età. Le più anziane furono piantate fra il 1947 e il 1967. le altre più giovani hanno mediamente circa 20 anni.
Crescono su un terreno di Marne di S. Agata Fossili (Tortoniano; circa 11-7 milioni di anni fa). Argille miste a sabbia finissima e calcarea, “giovane”, molto friabile e di colore bluastro/grigio.

Fra le ultime scelte aziendali rilevante è quella di aver optato di produrre il vino solo con uva proveniente dalle vigne di propietà.
Riducendo così le bottiglie prodotte, da 200.000 ad 100.000, ma garantendo la qualità costante.
La vinificazione è di tipo tradizionale, con fermentazione a cappello emerso e lunga macerazione (circa 2 settimane) a temperatura controllata (23/25° C) e successiva macerazione a cappello sommerso (tra 10 e 20 giorni).
Sono utilizzati solo lieviti indigeni.
Il vino invecchia per almeno 3 anni nelle botti in rovere di castagno di diverse dimensioni, la più grande delle quali da 22.000 hl (!). Poi due anni di affinamento in bottiglia.

Passiamo ora a raccontare i grandi Barolo degustati.

1996
Un’annata straordinaria per i Barolo classici. Non calda e di grande equilibrio. Barolo con inizio scoppiettante da giovani con bell’impatto tannico, con bel ventaglio aromatico fine e di bella varietà estremamente lento ad uscire. Ora sono molto più “Barolo”.

Nel bicchiere è timido con accenni frutta matura, sottobosco, cipria. Accompagnano note terragne, di humus, e tabacco. In terza battuta viene fuori una bella nota balsamica di menta fresca.
In bocca una bell’acidità ed un incredibile sapidità salmastra. Il tannino teso, croccante ma non rigido. Grande freschezza. Lunghissimo il finale con ritorni di agrumi.
Voto: 93

1988
Annata calda ed estroversa. Diversa nelle varie zone dell’Italia. Grandiosa in Toscana (la migliore degli anni ’80), di livello medio inferiore in Piemonte con solitamente il naso più avanti della bocca.
Questo invece è un “barolo” capolavoro.
Dal colore stupendo con bellissimi toni rossi, quasi senza unghia.
Altrettanto stupendo è al naso. Un bouquet incredibile, ampio con profumi amalgamati senza che nessuno prevalga. Rosa rossa, pesca gialla e sottobosco. Leggere note di melograno, cuoio e spruzzi di cenere.
Pieno in bocca con totale assenza di sentori legati all’età. Bell’acidità, sapido e da lunga persistenza con un finale di pietra e frutti croccanti.
Voto: 92 (A.C.: "il miglior 88 che abbia mai bevuto")

1982
Una grande annata, molto longeva. Vivaci e vitali, l’evoluzione aromatica è emozionante.
Granato con unghia aranciata. Una sinfonia di profumi al naso con grande freschezza. Frutta matura integra e croccante. Buccia di pesca, melograno e tamarindo. Spezie, gianduia, cipria, legni antichi e muschio (presepe). Con una piccola nota affumicata nel finale. Come si suol dire “da bere a secchi”.
Vibrante, fragrante e dinamico in bocca. Una freschezza vitale e un tannino setoso al minimo sindacale. Barolo appagante e piacevolissimo.
Voto: 94

1978
Annata decisamente calda e produzione abbondante in un epoca in cui non c’erano ancora i Barolo Boys. Vini maturi, leggermente diversi dai barolo classici.
Anche il nostro è maturo al naso, ma non è ancora decadente. Frutta esotica, pesca e miele. Minori gli spruzzi di cenere rispetto alle annate coetanee più austere come la ‘79 e l’81.
Amarene sottospirito, sottobosco, fiori secchi, fungo, terra umida, corteccia e liquerizia. Pepe nel finale, tipico delle annate calde. In bocca diverso dai precedenti, con un tannino che si fa ancora sentire. Muscolare.
Voto: 87

1967
Annata piuttosto calda in cui però i grandi produttori sono stati capaci di dare vini equilibrati e per questo amata dagli appassionati del barolo.
Scuro con un tono granato e bella rifiniture aranciate. Al nsao subito note terziarie, scure e ferruginose. Poi emerge la frutta. Gelatina di prugna, cenere e spezie. Noce moscata e note ematiche. Carnoso e vivace in bocca con tannini elegantissimi. Prende possesso del cavo orale con ritorni finali salmastri.
Voto: 89

1961
Annata molto calda. Ferrea la tenuta. Le macerazioni erano mediamente più lunghe di oggi.
Colore aranciato ma una bocca per nulla evoluta. Nessuna ossidazione. Frutta croccante, foglie sottobosco secche, anice, humus, cenere e spezie. “Brooklyn bianca”, lavanda e miele di castagno.
Bellissimo in bocca con incredibile freschezza. Finale lunghissimo con ritorni di frutta croccante, e corteccia.
Un tannino ancora esuberante, fresco e scattante, ritorna con un finale di menta e frutta agrumata. Elegantissimo.

Il bicchiere valeva circa 50€…visto il prezzo alla bottiglia (acquistabile nel punto vendita) di 550€. E' valso da solo il costo della degustazione all’AIS.
Voto: 93

La mia classifica finale: '82 - ‘61 - '96

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